Startup Tales | Come Ohoskin ha creato la prima alternativa bio-based alla pelle animale

7 Giugno 2024
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La startup siciliana ha sviluppato un materiale circolare e cruelty-free “partendo” dagli scarti di arance e pale di ficodindia.

Fondata a Catania nel 2019 da Adriana Santanocito, Roberto Merighi e Stefano Mazzetti, la realtà siciliana ha sviluppato un materiale circolare e cruelty-free “partendo” dagli scarti di arance e pale di ficodindia per brand di lusso della moda, dell’arredamento e dell’automotive.

Tessuti realizzati da arance Tessuti realizzati da arance

Produrre il primo materiale bio-based sostenibile alternativo alla pelle animale per brand di lusso della moda, dell’arredamento e dell’automotive interamente Made in Italy partendo dagli scarti di arance e pale di ficodindia, con un processo innovativo di economia circolare trasparente grazie a Blockchain e QR Code, utilizzati per garantire la tracciabilità dell’intera filiera. Questa è l’attività di Ohoskin, startup innovativa co-fondata nel 2019 a Catania da Adriana Santanocito (CEO), Roberto Merighi (CTO) e Stefano Mazzetti (CCO).

L’iniziativa imprenditoriale “circolare” nasce dall’intuizione e dall’esperienza trentennale in chimica del veneto Roberto Merighi insieme ad Adriana Santanocito, siciliana laureata in Fashion Design a Milano con specializzazione in materiali tessili e tecnologie per la moda sostenibile nel 2013, quando la sostenibilità non era ancora un argomento così rilevante per l’opinione pubblica. Merighi e Santanocito nel 2019 hanno avviato la loro iniziativa imprenditoriale partendo da tre amori: per la moda, per i materiali sostenibili nel settore tessile e per le rispettive terre di origine (Veneto e Sicilia).

Le origini di Ohoskin: innovazione e “visione”

“Il progetto – spiega la CEO di Ohoskin – parte proprio dalla Sicilia e dalle sue risorse, con la consapevolezza di poter portare valore non solo al territorio ma anche alla moda che è la mia grande passione”. “In quest’ottica – prosegue Santanocito – ho depositato due brevetti nel settore tessile, co-fondando Ohoskin alla fine del 2019 poiché ho compreso come uno degli ambiti più inquinanti nel settore è la concia, che tradizionalmente ha utilizzato sostanze chimiche nocive come cromo e cianuro per rendere idrorepellenti le pelli animali”.

Sostanze evidentemente dannose per l’ambiente, sebbene in Italia non si utilizzino più in quanto sostituite da processi vegetali. Tuttavia, il danno “si è sentito e si sente tutt’ora, con i PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) che oltre alle acque del Veneto in Italia sono presenti in 17.000 aree europee, non solo nell’acqua ma anche nei terreni e nel corpo umano”, chiarisce Santanocito.

Ad ogni modo, sottolinea la CEO della startup siciliana, “il problema principale a cui Ohoskin vuole dare una risposta non è legato all’impatto ambientale dell’industria conciaria che è già diminuito, bensì offrire a tutte le persone che non vogliono utilizzare pelle animale per scelte di vita, ma che non intendono rinunciare ad acquistare gli oggetti che apprezzano trovandosi quasi costrette ad optare per altri tipi di materiali”.
“L’intenzione
– aggiunge Santanocito – è offrire prodotti belli che abbiano il medesimo aspetto ‘di lusso’ della pelle animale e che siano egualmente performanti nonché sostenibili ed ‘etici’ in quanto cruelty free”.

Un’idea di business tramutata in iniziativa imprenditoriale innovativa scalabile grazie al contributo fondamentale di Roberto Menghi, chimico con esperienza trentennale nelle biotecnologie. “Una persona che conoscevo da tempo e con cui ho avuto sempre grande sintonia, che ho rincontrato dopo diversi anni in un bar – ricorda la CEO di Ohoskin -. Parlando dei rispettivi progetti, Roberto stava pensando ad una possibile alternativa alla pelle animale e mi ha chiesto se fossi interessata a sviluppare insieme il progetto”. L’interesse di Adriana Santanocito è stato immediato, portando alla co-fondazione di Ohoskin nel 2019.

Iniziativa che ha coinvolto anche Stefano Mazzetti - ingegnere con oltre dieci anni di esperienza nel settore automobilistico (Bosch, Brembo e Ferrari) - “perché l’automotive è un settore interessante per il nostro prodotto, sia per la domanda del mercato sia per l’esigenza del settore di avere materiali alternativi alla pelle animale caratterizzati da durevolezza e qualità. Avere materiali con queste caratteristiche all’interno di un’automobile è particolarmente importante, in quanto non si cambia frequentemente veicolo per acquistarne uno nuovo e gli stessi sono sottoposti a molteplici stress”, spiega Santanocito.

Donna che cammina su tappeto arancione con arance sopra Donna che cammina su tappeto arancione con arance sopra

Come viene prodotto Ohoskin, il materiale alternativo bio-based e cruelty-free alla pelle animale

Il materiale bio-based prodotto da Ohoskin per accessori di moda, arredi e automotive ‘di lusso’ è realizzato attraverso una formula innovativa che prevede due passaggi. Il primo si concretizza in Sicilia grazie a partnership con realtà locali (F.lli Branca S.p.A e Agrinsicilia Arl) che lavorano i sottoprodotti di arance e ficodindia dell’industria alimentare e di quella cosmetica, ‘trasformandoli’ nel bipolimero su cui si basa Ohoskin.
Successivamente, il semilavorato è inviato in Lombardia negli stabilimenti di Novartiplast Italia – attiva da oltre 50 anni nella produzione di tessuti spalmati in PVC e poliuretano comunemente denominati “pelli sintetiche” – che realizza il prodotto finale.

“La vera differenza e la qualità che caratterizza il nostro materiale è la durata elevata (dai 10 ai 20 anni). Una caratteristica possibile grazie ad una formula che comprende plastica riciclata al posto del poliuretano (PU) tradizionalmente usato per le soluzioni alternative alla pelle animale, a cui si aggiungono scarti di arance e pale di ficodindia ampiamente disponibili (circa 1.5 tonnellate annue): due frutti tipici della Sicilia che altrimenti sarebbero smaltiti, senza creare nulla appositamente per realizzare Ohoskin”, chiarisce Santanocito.

Una soluzione circolare che privilegia la longevità del materiale rispetto alla sua biodegradabilità, comportando comunque una sensibile riduzione sensibile della carbon footprint. Infatti, nella misurazione dell’impronta carbonica richiesta dalla startup a Climate Partner Italia, è emerso come l’impatto delle emissioni di CO2 nella produzione di Ohoskin sia pari a 2,57 chilogrammi per metro quadrato.

Un’analisi comparativa di Climate Partner evidenzia inoltre come la lavorazione di tessuti costituiti da pelle animale - stante la necessità di allevamenti intensivi - ha un impatto compreso tra i 14,7 kg per ogni metro quadro di pelle bovina “finita” in Italia e 87 kg in altri Paesi, con l’impronta carbonica di Ohoskin inferiore anche a quella dei materiali PU-based alternativi alla pelle.

Come è cresciuta Ohoskin

Alla fine del 2019, ricorda la CEO di Ohoskin, “avevamo depositato il brevetto (esteso a livello internazionale nel 2020) e stavamo iniziando il percorso per industrializzare il nostro materiale, ma dopo pochi mesi la pandemia ha bloccato tutto. Di conseguenza, il 2021 è stato il vero primo anno di attività, nel quale abbiamo stretto tutte le partnership e condotto gli studi per rendere il nostro materiale non fossile industriale”.

“Nel 2022 – prosegue Santanocito – abbiamo quindi presentato Ohoskin partendo dalla campagna commerciale, vedendo i primi risultati nel 2023 con il primo brand (il danese Ganni) che ha lanciato la sua prima collezione realizzata con la nostra pelle bio-based. Attualmente collaboriamo con circa 80 brand: alcuni hanno già lanciato le proprie collezioni mentre gli altri stanno testando il nostro materiale”.

Una risposta particolarmente veloce e importante del mercato, che richiedeva una valida alternativa alla pelle animale, con brand “più piccoli” ma particolarmente interessanti rispetto a quelli più noti. Tra questi, sottolinea la CEO di Ohoskin, “le ultime collaborazioni sono state avviate con startup come MoEa (scarpe) e Miomojo (borse vegane): giovani realtà conosciute in tutto il mondo, che riservano particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto degli animali”.

Un'altra collaborazione importante - prosegue Santanocito - è quella con Sabelt, con cui abbiamo realizzato la prima scarpa da Racing al mondo fatta con materiali alternativi alla pellemin quanto il nostro prodotto ha superato i rigorosissimi test della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobilismo)”.

Nella crescita di Ohoskin si inserisce la partecipazione a Motor Valley Accelerator 2021, programma di accelerazione rivolto alle startup attive nella mobilità che si svolge a Modena nato da un’iniziativa di CDP Venture Capital Sgr in collaborazione con Fondazione di Modena e UniCredit, e con il supporto di CRIT e Plug and Play Italia. “Un percorso che ha aperto nuovi sbocchi di mercato, permettendoci di scoprire man mano come il nostro materiale innovativo abbia le caratteristiche ricercate dal settore automotive”, chiarisce la co-founder della startup siciliana.

Arance su tessuto Arance su tessuto

La partecipazione al percorso di accelerazione per startup Up2Stars 2022: il ruolo di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center nei successi di Ohoskin

Ohoskin è stata anche una delle realtà selezionate per partecipare all’edizione 2022 di Up2Stars nel filone Bioeconomia, ovvero il programma di accelerazione di Intesa Sanpaolo realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center e il supporto della piattaforma di innovazione Gellify.

“Sono molto legata ad Up2Stars per due motivi: da un lato è un percorso ‘tarato’ sulla startup in quanto ha messo al centro i nostri bisogni e le nostre necessità, affiancati da mentor che ci hanno aiutato a risolvere i problemi di Ohoskin; dall’altro un’esperienza veramente importante per comprendere i punti deboli della startup e capire come valorizzare effettivamente quelli di forza per entrare nel mercato che ha segnato una sorta di svolta”, evidenzia Santanocito.

Il rapporto con Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center non si è esaurito una volta concluso il percorso, infatti “continuano a segnalarci opportunità e ci offrono visibilità permettendoci di partecipare ad eventi, oltre a chiederci dei feedback e supportare il business. Tutto ciò mi fa sentire parte di una vera e propria community”, sottolinea la co-founder della startup catanese. Inoltre, nel 2023 Ohoskin è entrata a far parte del portafoglio di startup di Innovation Center.

Nel percorso di Ohoskin, ci sono anche diversi premi e menzioni di caratura internazionale. Solo per citare i più recenti, la startup siciliana è stata una delle tre startup innovative a cui ENI, attraverso la sua School for Entrepreneurship Joule, ha assegnato la Menzione Speciale Eni Joule for Entrepreneurship. La cerimonia di premiazione – parte degli ENI Awards, prestigiosi riconoscimenti internazionali in ambito tecnico e scientifico - si è svolta presso il Palazzo del Quirinale il 16 ottobre 2023, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a consegnare il premio ad Adriana Santanocito.

Inoltre, la startup siciliana lo scorso 15 aprile 2024 ha vinto il premio “Miglior Prodotto o servizio per lo sviluppo sostenibile” per micro e piccole imprese nell’ambito della XI edizione del Premio Impresa Ambiente: il più importante riconoscimento italiano del settore, organizzato dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo assieme ad Unioncamere e, per la prima volta, con il sostegno di Assocamerestero e Stazione Sperimentale del Vetro.

Ambizioni e prospettive future

Oltre ad ampliare le collaborazioni con brand di moda per la produzione di accessori come scarpe e borse realizzate utilizzando il materiale “circolare” brevettato a livello internazionale e nel settore dell’arredamento, Ohoskin è attualmente in fase di test con diverse case automobilistiche avendo raggiunto un buon livello di maturità relativamente alla formula sviluppata in laboratorio per il settore.

“Il primo passo consiste nell’entrare definitivamente con un processo e un prodotto industriale che abbia tutte le certificazioni richieste per l’automotive, stringenti ma necessarie”, puntualizza la co-founder della startup catanese.

In quest’ottica la startup ha da poco avviato un fundraising, volto anche a reperire risorse per realizzare in Sicilia un “impianto preserie” con laboratorio annesso rispondendo così in modo più veloce alle richieste del mercato e allo sviluppo del prodotto. Il tutto senza un impianto di produzione proprietario, ma “avendo il ‘cuore’ del progetto in Sicilia dove nascono Ohoskin e i frutti utilizzati per realizzare il materiale, per poi distribuirlo in tutto il mondo”, conclude Adriana Santanocito.